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lunedì 27 febbraio 2012

Roma Ostia 2012

Dopo oltre 2 anni, dalla Best Woman del 13 dicembre 2009, (quando esordì FrancescaRun), mi presento ai nastri di partenza di una gara. E chè gara, la regina delle Mezze.

Che bello risentire le emozioni mie e dei miei amici, in particolare di Michele che era al suo battesimo della strada.

Gli enunciati pubblici e le speranze recondite. Quello che si dichiara e quello che non si svela, talora neanche a se stessi.
E poi oggi è un giorno speciale, perché esordisce in gara, il mio regale quadrupede, la mia fedele compagna d'allenamento,
un nome nobiliare Duchessa, da AristoCane, il nome della  specie canina lunga una quaresima, Cavalier King Charles Spaniel. 


Alla partenza bell'incontro con Sergio Parisi, un simpatico quasi ottantenne, che ha nella sua faretra, tanti chilometri, dal Passatore a qualche centinaio di maratone, e  chilometri intermedi a volontà. Da quando lo conosco (dai tempi della mia militanza nella AS Mediterranea) spesso accompagnato da una coppia di cani. 
Si annusano con la mia Duchessa, probabilmente si scambiano gli auguri, e le fanno dono della loro esperienza. 

Parte l'ultima onda, ed io sono volontariamente nella parte finale, per evitare rischi di intralci e per provare  la piacevole percezione di poter superare, strada facendo, diversi runner. Serve a gasarsi.  Tanto alla Roma Ostia conta solo il RealTime.  

Apprezzo la parte nuova del percorso, in qual giro dell'Eur, anche se il colpo d'occhio del serpente variopointo che si addentra  subito sulla Colombo delle precedenti edizioni mi suscitava sempre grande emozione. Mi rifaccio pensando che non dovrò fare l'indigesto biscotto finale.
Dopo pochi metri mi lascio con Michele che decide infatti una condotta di gara prudente, essendo  alla sua prima ed anche reduce da qualche acciacco pedestre che quasi gli rovinava l'esordio. Ci rivedremo dopo l'arrivo, davanti alla stazione del trenino. Soddisfatto di averla finita e voglioso di migliorarsi.
 Ne abbiamo contagiato un altro.

Su viale dell'Oceano Pacifico incontro inaspettatamente un altro novello Runner, Paolo, che ha iniziato a Novembre dalla fine ( Maratona di New York). Un saluto e via. Arriverà fino ad Ostia, con il suo procedere pacioso. Finalmente ci si inoltra nella Colombo.  Penso, adesso dritto fino al traguardo.

Il mio ritmo è molto meglio di quello che mi aspettavo, sono sul filo delle 2 ore.
Primo sali scendi, si passa sotto il GRA (meglio noto come Grande Parcheggio Anulare, almeno nei giorni feriali), e  quindi si scende verso il primo ristoro, che decido di saltare.  Siamo a MezzoCammino, un altro leggero saliscendi e siamo ai piedi della salita del Campeggio, circa un chilometro a pendenza del 5%.

Abbasso  il ritmo ed aumento la frequenza dei passi.  Arriviamo al 10 Km.
Il mio Garmin segna 00:56:35 e mi dice, con metà salita alle spalle e metà percorso fatto, che sono, in proiezione, sotto le 2 ore. Al successivo ristoro, in cima alla salita, mi fermo, prendo una bottiglia, ne bevo qualche sorso, quindi mentre la verso nelle mie mani messe a coppa, si disseta anche il mio destriero.

Riprendiamo quasi subito, e la salita non è ancora finita, anche se adesso è più facile. Vedo Acilia, e i miei luoghi di vita e di allenamento. Si vede in fondo il mare. Avviso qualcuno che osa sopparsarmi, della presenza (vera) di alcuni autovelox. Inizia una simpatica pantomima, con un runner, mi pare di Atina, che va avanti per qualche chilometro.

A valle di Acilia, purtroppo si sente il suono stridente di una ambulanza che chiede strada. Ci facciamo da parte. Più avanti la ritroveremo a soccorrere un corridore, che era purtroppo steso sull'asfalto. Speriamo che non sia nulla di grave. Una preghiera. 

Abbiamo superato l'incrocio dell'Axa. Le strade si fanno sempre più familiari. Affianchiamo  la ciclabile di tanti allenamenti, gli ultimi tra cumoli di neve.

Zona spugnaggio, ne prendo uno, mi bagno la nuca, quindi spruzzo Duchessa. Adesso siamo al quindicesimo chilometro.  L'obiettivo sotto le 2 ore si fa più concreto. Continuo a dire, ai diversi che si voltano e si meravigliano, che la mia compagna si era fatta tutti i chilometri  percorsi fino a quel punto.
Qualche salace commento, tipo "adesso anche un cane ci supera", "siamo più lenti di un cane", etc.
Rispondo, peccato che non la posso liberare, perchè senno sarebbe già arrivata.

All'incrocio con il semaforo di Palocco, c'è la mia famiglia, il mio fan group. La mia chiassosa sarabanda. Mia figlia mi vede, probabilmente con gli occhi dell'affetto, da molto lontano. Duchessa si slancia verso di loro. Il loro incitamento è una botta energetica.

Siamo ormai in dirittura d'arrivo. Mancano 4 Km. La strada si inerpica leggermente. Il mare scompare all'orizzonte.  Per uno strano effetto, (strano?) i chilometri sembrano diventare più lunghi, avranno sicuramente sbagliato il posizionamento dei pennacchi che segnano i chilometri. Ecco il 18 e subito dopo il 19. Prendo al volo un paio di spicchi di arancia, e si intravede il 20 chilometro.
Il mio Garmin segna  1:51:06

Vedo il gonfalone dei pacemaker delle 2 ore, e decido che devo raggiungerli. Ci riuscirò in vista dello striscione. Dò una pacca a Roberto, responsabile dei pacer e di quello delle 2ore  in particolare.
Tra i bancari è meglio noto come il metronomo, per la sua infallibile capacità di mantenere un determinato ritmo. Gli ricordo la promessa che gli avevo fatto all'expò.


Un saluto ed un grazie a lui e ai tanti volontari che hanno permesso di realizzare questa splendida manifestazione. E un grazie va agli organizzatori, Luciano Duchi e famiglia in testa.

Sono al 21°, mancano cento metri. L'ultimo chilometro lo corriamo in 4:40. Traguardo, striscione e tempo che si ferma a 1.56:14.  Immensa soddisfazione. Altre volte ho fatto di meglio, ma oggi dopo quasi 3 anni di astinenza agonistica, questo tempo mi sembra fantastico.

Prendo la mantellina, mi soffermo al bancone del the, nè concedo un bicchiere a Duchessa, che lo beve avidamente. Consegno il chip, e mi danno la medaglia. Molto bella. Tratto per farne avere avere una anche a Duchessa. Riesco ad ottenere il nastro, con cui solennemente cingo il collo della mia compagna. lei sembra fieramente orgogliosa, oltre che bella.

Torno verso il traguardo , per aspettare Michele, ed invece vedo l'arrivo di Paolo. Michele era già arrivato al traguardo.
Per tutta il percorso ha corso in scioltezza, chiudendo  in 2:22:11
Lo raggiungo all'ingresso della stazione del trenino.
Entriamo,e saliamo sul trenino pieno di atleti, si atleti, con occhi ridenti, e visi soddisfatti.
Scambio quattro chiacchiere con Marcella, che si coccola la mia cagnetta. (E lei non se ne perde una). E reduce, lemme lemme, da un Passatore, e si prepara ( scommettiamo!) al salto nel mondo del Trail. In gamba.
Arriviamo ad Acilia, dove avevo lasciato la mia auto. Saliamo, partiamo e dritti verso casa, dove le consorti ci fanno trovare un lauto pranzo. E' finita.
La Roma Ostia 2012 passa ora, dalla strada nei meandri della memoria. Si fà emozione e diventa ricordo.
 E stimolo per nuove avventure. Anche questa quattro righe, fanno parte del gioco. Servono a fissare le sensazioni, a focalizzare le emozioni, a diventare memoria comune. A farsi dono per chi vorrà leggerle.

Alla prossima, sperando che sia prima, molto prima di due anni.

martedì 21 febbraio 2012

Sardegna: Da Bonaria a Sa Sartiglia di Corsa

 E' stato un fine settimana molto intenso.
 Il cuore è stato sollecitato da emozioni forti, umane e runniche (nel senso di running, e non celtiche...) .
Sono partito venerdì sera, con un manipolo di amici per una serie di incontri per realizzare un laboratorio di socialità,  di fraternità e condivisione.

Volo Raynair, una gimkana tra misure e vincoli, (metro alla mano per individuare il grado di magrezza della mia valigia, e capire se poteva indossare il vestito che Raynair aveva predisposto).
Decollo, le ruote non fanno in tempo  a staccarsi da terra che parte una una serie di suggerimenti d'acquisto, dalla bibite, ai panini, biglietti della lotteria in stock,  grattaevinci e sigarette elettroniche (rigorosamente dopo l'annuncio che non era permesso fumare). Dopo meno di un ora siamo a Cagliari, dove ci attendono gli amici che ci porteranno ai nostri alloggi notturni.

La mattina di sabato, i nostri angeli custodi ci hanno portato al Santuario della Madonna di Bonaria, dove Padre Polo, un religioso mercedario, dall'animo profondo, ci ha fatto da guida.

In realtà ci ha aperto il suo cuore, e tra una informazione di carattere storico, ed una di carattere archeologico ci ha raccontato la sua vita e la sua esperienza, facendoci scoprire l'anima profonda della Sardegna e dei sardi, e il loro legame intenso con Bonaria, come con familiarità la chiamava.  E' stato come ci avesse fatto guardare da un pertugio da cui si avvistava, la cassa di legno con cui nel 1370 è arrivata la statua, fino ad arrivare a capire perché la capitale dell'Argentina si chiama Buenos Aires. Un momento molto intenso, quel sostare nel chiostro, passare attraverso le sale dove facevano bella mostra tanti velieri in miniatura.

Il soffermarsi sotto l'altare della Madonna di Bonaria, con Padre Poro che raccontava tutta una serie di cose, aneddoti curiosi e momenti  di vita, anche della sua vita, il patto, il sogno affidatoci.    

Poi, un giro per la parte vecchia, con veduta sulla Sella del Diavolo, e giù al Poetto, quindi passaggio a casa di amici per un pranzo con piatti sardi preparati con cura ed affetto. Gustossissimi.


Nel pomeriggio, primo incontro dove inizia il laboratorio di partecipazione.
Ipotesi di lavoro che si intrecciavano con esperienze realizzate e soprattutto vissute in prima persona. Intuizioni e fallimenti, come occasioni per nuovi proponimenti e passi avanti. Ma alla base di tutto i rapporti veri, veri dialoghi che valorizzino il bene comune e  preservino armonicamente le distinzioni.

Poi sciolto  il consesso e si è andato a continuare sotto altra forma l'incontro, che diventava stage e viva sperimentazione .

Il nuovo luogo di ritrovo è stato presso la Pizzeria "Il Maratoneta" ( neanche a farlo apposta).
Naturalmente  la pizza principale del menu era "la pizza del Maratoneta" (secondo definizione del cameriere, piena di ogni bene cui occorrono 42 Km per essere digerita; ndr: multo buona e gustosa, mi sono bastati pochi  minuti per interiorizzarla :-)), che assolutamente  non mi sono fatta sfuggire.
Naturalmente ho chiesto  il motivo di quel nome per il locale;  la ovvia risposta è stata che uno dei gestori e proprietari,  Vitalino Pireddu era ed è un divoratore di chilometri. Maratone a  gogò e tanta esperienza da consegnare ai nuovi divoratori. Anche in questo caso è stato speirmenatre come i chilometri percorsi ed i sudori versati, le sofferenze condivise annullano le  barriere ed infatti si è creata subito una grande sintonia con il signor Vitalino, che ogni tanto si affacciava alla nostra tavolata . Ad un tratto è spuntanto anche un sedicente Mago in vena di scherzi.

Il giorno dopo, alle sei e mezzo della mattina, operando un incastro con i tempi stretti della giornata che prevedevano un trasferimento in prima mattina ( alle 8:20) ad Oristano dove avremmo continuato il nostro laboratorio di fraternità  e di inculturazione, ho inserito un allenamento di corsa in Terra Sarda.

 E' stato come dire si al mio impegno con gli amici sardi ( e non solo). Un battesimo della terra, dove l'acqua santa erano i rivoli di sudore che non facevano in tempo ad arrivare sulla strada. Una corsa di oltre 10 chilometri che da Assemini (dove alcuni di noi, eravamo affettuosamente ospitati) mi ha portato a  Decimomanno, con un leggero rivolo di vento freddo, e rigorosamente dritto per non perdere la strada del ritorno.
Un si lungo dieci chilometri a quel patto di fratellanza e di mutuo sostegno. Un sì ad aiutare a crescere e svilupparsi a  tutti i progetti, spesso già in essere, che ci sono stati presentati,  tutti i laboratori di rapporti tra territorio ed istituzioni, tra persone, tra lavoratori ed imprenditori,  per realizzare un nuovo umanesimo anche nel mondo del lavoro, che veda al centro non il profitto ma l'Uomo.

Doccia, colazione e via per Oristano, un centinaio di chilometri inghiottiti in una oretta.

Arrivo, e subito strette di mani e abbracci a facce più conosciute e persone che si presentano. Inconfondibile accento, anche se da diverse parti della Sardegna. Da Ussarrumanno che non riesco a pronunciare, da Sorso, da Cagliari e qualche altra decina di posti che mi riprometto di scoprire collocati geograficamente con google maps.

Si inizia, continuando sulla stessa falsariga della sera precedente.
Ecco l'anziano agricoltore, Michele, carico di saggezza e di gioventù,  che ancora pensa come spendersi per sensibilizzare altri  a colloquiare con le istituzioni e coinvolge una ventina di sindaci. Ecco l'imprenditore che vuole fortemente continuare a tenere in vita i posti di lavoro, magari rendendo partecipi i propri dipendenti, ecco l'operaio disoccupato forzato a diventare imprenditore che coinvolge altri, ecco l'insegnante che fa rete. Ecco un gruppetto di signore pensionate che vogliono mettere a fattor comune la loro esperienza e dove non basta a volgere lo sguardo in Alto. 

Pranzo, tramezzini comparsi come d'incanto (qualcuno ha pensato amorevolmente al foraggiamento), cosciottini di pollo, e poi dulcis in fundo le zippulas o cattas, ( in ogni caso fantastiche e rapidamente sparite)

Il tempo di riorganizzarsi e i nostri amici ( sempre angeli custodi) ci portano a vedere la Sartiglia ( che bella coincidenza) a veder le evoluzioni di cavalli bardati a festa e di spericolati cavalieri.


Qualche foto.









Infine ritorno a Cagliari Elmas, imbarco un pò difficoltoso per qualche valigia che secondo i controllori si  era ingrassata.  Ma la sprimentazione di quanto vissuto in questa due giorni di studio e vita, ci fa superare l'ostacolo. Rimembriamo storielle di cucchiai più o meno lunghi utilizzati individualmente o cooperativamente. Questioni che fanno la differenza tra Infermo e Paradiso. Storielle raccontate  da Igino Giordani.
Riusciamo a partire tutti quanti. Arrivo a Ciampino e poi a casa.
Alla prossima transvolata. Arrivederci Sardegna, arrivederci amici ( un'abbraccio agli angeli custodi)

E domenica prossima la Roma Ostia.

sabato 25 settembre 2010

Corri corri, vola Altissimo, Chiaretta

Amica di divine avventure, compagna di percorso, mai interrotto, volevo darti un saluto leggero che voli in Cielo, la dove oggi abiti.

Domani grande "Festa" insieme con tutti quelli che ti hanno voluto e continuano a volerti bene e  con i tanti che hanno imparato a conoscerti in questi anni .

Ragazza tostissima, un sorriso mi nasce dal cuore a rispondere a quello splendido tuo sorriso che mai ci ha abbandonato. Ogni volta che in qualche modo ti "sento", mi emoziono profondamente.

 Mi sembra di sentirti dietro di noi , a proteggerci le spalle ed ad indicarci la strada, a vedere se il "testimone" che ci hai passato continua ad andare  di mano in mano, in giro per il Mondo percorrendo sentieri inesplorati e strade conosciute, città scintillanti e sobborghi scuri, risalendo verdi vallate o scendendo per vie dissestate. Bussola in mezzo al mare a mostrare la rotta giusta verso la Stella Polare dove ci aspetti tu.




 


Con affetto, amica mia.


mercoledì 22 settembre 2010

Toh, chi si rivede!!


Strano anno questo, di corsa ancora si va, ma in modo discontinuo, senzo un vero piano d'azione.
Di gare manco a parlarne, non mi viene proprio la voglia.
Infatti a marzo mi è scaduto il certificato e non lo ho ancora rinnovato, ma comunque corro, a singhiozzo (praticamente 'na pena), ma corro. I tempi sono bibblici, ma corro.

Anche con il blog, diverse volte ho avuto in testa l'idea da condividere, lo spunto da stendere, la bozza da rifinire, ma al momento di pubblicarla niente, niente click sul pulsante.

Ma stasera ho deciso di scrivere e buttare quello che veniva in rete, tanto per ricominciare, per ripartire.

Magari poi aggiungo ancora qualcosa, ma adesso pubblico.

sabato 20 marzo 2010

Maratona, un anno

Un anno fa, di questi tempi ero in piena trans agonistica. Fremevo al pensiero che di li a poco avrei preso parte alla mia prima e per ora unica maratona. Mi immaginavo, nel senso che avevo le visioni, su come mi sarei comportato lungo il percorso. Mi vedevo passare accanto alla Piramide Cestia, e poi accarezzare il Tevere, correre lungo via della Conciliazione compreso dello splendido sfondo fatto dalla Cupola di Michelangelo. Arrancare per piazza Navona, carponare per piazza del Popolo, passeggiare per Piazza di Spagna, costeggiare la Fontana di Trevi, sfiorare il Campidoglio, circumnavigare il Colosseo ed arrivare la da dove si era partiti, via dei Fori Imperiali.

La corsa poi è stata si, una conferma di queste visioni, ma anche tanto altro, alla fine sono diventate visioni mistiche, per la grande fatica e per il tumultuoso turbinio delle sensazioni ed delle emozioni.

Non nascondo, anche dietro queste belle parole, un pò, un bel pò di "rosicamento", per non poter quest'anno essere ai nastri di partenza. Certo con il cuore e la testa, sono alla partenza insieme a tutti gli amici blogger che la correranno, cui auguro di vivere una splendida emozione lunga 42 chilometri, fatta di sanpietrini e monumenti, di fatica e batticuore.

Ma non abbattiamoci, ci saranno mille e mille corse ancora, da vivere e soffrire, da fare insieme agli amici e contro i propri limiti del momento.
Non mi pongo un obiettivo specifico, perché quest'anno troppe volte sono dovuto ritornare sui miei passi, e ridefinire il target, ma certo la maratona vorrei proprio rifarla ancora. E' un emozione che ti rapisce e ti porta in una dimensione parallela che obnubila la mente (perché non ti pare di ricordare che per farla devi prepararti e per prepararti devi correre per tanti chilometri, che sono chilometri segnati dalla fatica e dalla fatica...), ma nel contempo ti fa conoscere te stesso sulla frontiera dei tuoi limiti.
E come ogni frontiera che si rispetti, si sposta sempre un pò più in là, e ti espone a nuovi arrivi che da oltre frontiera sempre arrivano.
E così conosci nuove persone, emozioni, limiti, un umanità variegata, diversa ed uguale, conosci un po di più te stesso.

Per ora limitiamoci alla nuova ripartenza, e anche agli attuali target e agli attuali limiti.
Sentire la fatica che ti piomba le gambe dopo pochi chilometri, che si contano sulle dita di una sola mano, a suo modo è confrontarsi con se stesso e le aspirazioni, che per forza di cose sono ridefinite.
Però ti fa assaporare la gioia dei primi inizi, della scoprire di poter osare cose che non sapevi di possedere. Le piccole emozioni di poter ogni giorno osare un po di più, qualche minuto in più di corsa, un percorso un po più accidentato, ritornare a scalfire i sentieri di Castelfusano o della Madonnetta, riprogrammare almeno mentalmente una garetta da fare.

E per finire ecco l'elenco dei miei allenamenti marzolini.

Lentamente e con tanta circospezione sto cominciando a macinare i chilometri. Ma che fatica!!!!

Ma quanto sudore bello e benedetto. I morsi della fatica, per quei chilometri che esattamente un anno fa macinavo come quasi riscaldamento, prima che il mio motore andasse a regime.

Ma questa è la corsa. Un collinare di situazioni, un fartlek di emozioni, un lunghissimo camminare con se stessi e con altri che condividono qualche tratto di sentiero.

mercoledì 3 marzo 2010

Eccomi di nuovo

E' passato un mese e mezzo dall'ultima volta che ho scritto qualcosa su questo blog.

Non lo avevo abbandonato, ma mi pare sempre più chiaro che l'inchiostro dove intingere la mia penna virtuale, è fatto della stessa materia dei chilometri percorsi lungo la strada, dello stesso colore cangiante del clima di qualunque tipo, sia esso cielo di azzurro intenso o plumbee nuvole nere, di quando esco in pantaloncini e maglietta, dello stesso odore degli alberi che sfioro nelle mie corse lungo i sentieri interni della pineta di Castelfusano o della Madonnetta, dello stesso sapore acre del sudore che percorre rivoli che rasentano la mia bocca, aperta a cercare l'aria mancante.

Quando non corro, mi diventa difficile esprimere le emozioni, o raccontare lo stato del riposo forzato. Sembra di raccontare le stesse cose, e mi diventa automatico allontanarmi un pò.

Mi affaccio di tanto in tanto a commentare gli amici, che rimangono sempre amici.

Ma adesso abbiamo ricominciato a correre, a fare qualche passo decisamente poco felpato, ma finalmente si avanza di qualche metro.

In questo ultimo fine settimana la mia casa è stata benevolmente e piacevolmente invasa da amici e parenti lametini, che hanno poi corso la Regina delle Mezze. E' stato bello condividere le loro attese dissimulate, le loro ansie nascoste, i loro obbiettivi non dichiarati.

Io rimango contento ed orgoglioso dei loro risultati.

Bello anche i chilometri percorsi, insieme alla truppa, in giro per Roma, invasa da scozzesi, dispiaciuti per la partita persa, ma estasiati dalle bellezze della Città Eterna. Per quest'anno abbiamo evitato il "cucchiao di legno", di chi perde tutte le partite del SEI NAZIONI.

E' stato molto simpatico ( e dicopoco!!!) anche l'incontro con la cugina più pazza che ci sia. Provare non dico a frenare, ma almeno ad incanalare, il suo entusiasmo corsaro è un impresa improba. Però ce ne fossero di più, di persone cosi appassionate.

E poi il giorno dopo sulla strada che portava al mare c'era anche lei, sì senza pettorale appuntato davanti, ma davvero con un grande cuore che pulsava nel suo petto.
Quello è il pettorale numero 1.

Bello anche ascoltare Gianni Morandi all'Expò. Veramente una persona ed un artista di grande professionalità ed soprattutto di grande umanità.


Adesso chiudo lasciandovi la traccia della mia ripresa.





Lascio con un regalo per Franco, il primo dei lametini, che hanno riempito di calore, corsa ed affetto la nostra casa (parlo anche a nome di moglie e figlia).












venerdì 15 gennaio 2010

Un anno

Post obbligatorio e sentito.

E' trascorso un anno da quando, timidamente proposi il mio primo post nella blogsfera. L'idea era quello di fare un diario della preparazione alla mia prima e per ora unica Maratona. Questo l'intento iniziale.
Poi la storia si è rivelata essere anche altro, mi ha preso la mano e la tastiera e qualche volta mi ha tirato fuori emozioni che sono state per me una scoperta.
Emozioni sotto cenere, ma braci ardenti, talora scintille incendiarie.
E mano a mano che i chilometri percorsi aumentavano, anche le parole diventavano frasi ed insieme costruivano un racconto di me.
Mi sono sopreso a leggere dapprima con curiosità e poi con trepidazione i commenti dei navigatori e poi diventati amici blogger. E questi sono parte integrante di un poema prosaico che vorrebbe raccontare di fatti di corsa, di roba di strada ed invece parla di uomini e donne (No De Filippi) e racconta di Umanità.
Poi il filo doppio tra corsa e scrittura, parti integranti di un unico circuito armonico, al tempo stesso sorgente e foce dello stesso fiume.
Ancora oggi mi riesce più facile scrivere e raccontare quando corro. Le volte che mi è toccato rimanere fermo per inedia o per infortunio, e quest'anno è successo troppe volte, anche la mia voglia di scrivere è diminuita.

Ma è stato anche entrare in una dimensione spazio-temporale nuova e soprattutto partecipare ed aiutare a crescere una comunità reale di persone di carne ed ossa, muscoli e tendini, intelligenze vive, vivide e contrapposte.

Un esperienza ed insieme un'avventura.
Ho scritto questo post, non ieri quando per me avrebbe assunto un sapore commemorarivo, ma oggi primo giorno del nuovo avventuroso anno bloggico, perchè voglio dare il senso di una corsa che continua. Un insieme di corse di allenamento, di garette praparatorie, di maratone, mezze e quarti, di fermi per infortunio, di errore di preparazione, di errori per presunzione, di cuore oltre l'ostacolo, di amicizie e contatti virtuali e non solo, di splendide cene e blogpoint fugaci.
Nuove corse e nuove emozioni da raccontare e condividere.

Ps: La bella immagine iniziale è tratta dal concorso letterario connesso alla maratona di Padova del 2004.


Ad maiora

mercoledì 23 dicembre 2009

lunedì 30 novembre 2009

Gambe a Roma, cuore a Firenze


Ieri mattina, mi sono sintonizzato su Rai 3 per seguire la maratona di Firenze, per intravedere con la vista dell'anima gli amici che correvano per le strade di una delle più belle città del mondo.
Era bello immaginare qualcuno di voi scrivere la traccia, via via più faticosamente del proprio sentiero di Maratona.
Peccato non esservi riusciti a seguire tramite TDS che mi dava strani valori, qualunque pettorale mettessi mi dava un tempo corrente di 14 ore ed un tempo stimato d'arrivo di 2h:07'. Certo magari qualcuno di voi avrebbe pure potuto farlo :-).

Quindi qui faccio un "bravissimi" collettivo a tutti voi che siete giunti al traguardo di questa tappa del vostro e nostro giro del mondo. Sui propri piedi e sulle ali dell'entusiasmo e della continua scoperta e superamento dei propri limiti.

Carico di queste emozioni sono partito per il mio allenamento. Dopo più di una settimana di finti malesseri e scarsa voglia (niente corsa e niente piscina) questo finesettimana mi sono dato una scossa.
Sabato un piccolo assaggio, chiamiamolo un corto veloce, domenica sono partito con l'idea di mettere giù un pò di chilometri.

Sono partito e mi sono posto come obiettivo quello di raggiungere le rive del Tevere.
Percorso tutto nuovo, non mi andava di girare su sentieri noti.
Primi chilometri tra le strade quotidiane di Acilia, quindi scavallamento della via del mare all'altezza del viadotto Nuttal, ed eccomi per le strade di Dragona (sempre Acilia, sempre Roma). Correre tra le vecchie costruzioni abusive degli anni 70-80 ed i nuovi villini delle ultime costruzioni in serie. Ed eccomi arrivare dove le case lasciano il posto a grandi appezzamenti di terreno coltivati. Bello vedere il rosso della terra appena seminata , il volteggiare degli uccelli che sono alla ricerca dei semi appena buttati su quel tappeto marrone.

Ecco un campo di volo per aereomodelli. Ma visto il vento abbastanza impetueoso, non c'era nessuno aereo che faccesse concorrenza agli ucceli di cui sopra.

Intanto il mio passo si fà un pò più faticoso. Intravedo adesso l'argine del biondo fiume. Lo raggiungo ci salgo sopra e difronte mi si dipana il fluire placido del Tiber. Oltre il fiume la città nuova, il quartiere Caltagirone, comune di Fiumicino.

Rallento, e cammino per circa 300mt lungo l'argine, prendo fiato e riparto. Di nuovo attraverso i campi coltivati, le costruzioni vecchie e nuove, oltre il viadotto mentre sotto passa il trenino della Roma Ostia.
Il tratto di ritorno è per me più faticoso, qualche volta devo rallentare fino quasi a camminare. Alla fine sommo quasi 15 chilometri, che mi fanno contento e sono una promessa di ritornare a macinare chilometri;
perchè ancora nel cuore e nella mente riecheggano le immaggini della Maratona di Firenze appena vista e le pulsazioni più o meno ritmiche degli amici che la stanno correndo (qualcuno già al traguardo, qualcuno ancora per le strade fiorentine) che si fondono con i ricordo della mia, per ora unica maratona (rimembri Roma).

Ed ecco infine il tracciato del mio lunghettino domenicale.

lunedì 2 novembre 2009

Ottobre e Alex Zanardi

Prima del sintetico resonconto del mese di Ottobre iniziato con una escursione montana, con un dislivello di una certa consistenza, proseguito alternando nuoto e corsa, volevo parlarvi dell'emozione provata ad ascolatare un intervista realizzata dalla Rai all'arrivo della Maratona di Venezia ad Alex Zanardi.

Ho provato a cercarla sulla rete, senza riuscirvi. Peccato perchè sarebbe valsa la pena di ascoltarla.
Mi ha colpito la voglia di andare avanti, accettando la disabilità sopravvenuta con il noto incidente, andando persino oltre e mostrando una fiducia davvero profonda nel futuro e soprattutto nelle persone. Per la cronaca ha vinto la gara in sella alla sua "carrozza".

Tanta la voglia, intatta la sua carica agonistica, tanto da mandarlo lungo su una curva impostata a tutta, per non farsi superare.

Vedere scendere il "triciclo"traballando, dai tredici ponti finali, è stato emozionante. Un rivivere le motivazioni e la solidarietà che spesso scatta quando l'uomo fatica e suda sulla strada della maratona.

Se riuscirò a trovare questo video, sarò lieto di condividerlo con voi.


Infine il mio allenamento ottobrino.

martedì 28 luglio 2009

Un breve saluto e un augurio

Vacanze, agognate vacanze in terra calabra.

Pranzi, cene, parenti da gestire con il bilancino temporale ed affettivo, mare e montagna e finalmemte un pò di corsa.

Il desiderio di sentire lo scalpiccio dei propri piedi che con recondita paura incidono i percorsi di asfalto (luoghi non poetici come vorrei fossero, immaginando di percorrere sentieri boschivi o montani) ma per ora è meglio asfalto ma sicuramente e prosaicamente piatto.






Giro classico di fronte all'ospedale (non si sa mai, soprattutto in fase di riavvio),
circa 2000 mt. ( i runner locali dicono 1965 mt.)
  • Domenica 1 giro in 11'
  • Lunedì 2 giri in 21', e poi tanto stretching.
  • Martedì cambio di orizzonte, corsa sciolta al parco del fiume per circa 15' e poi un pò di esercizi di ginnastica e quindi il benedetto e noioso stretching.

Sempre teso a sentire il gorgoglio di quel cavolo di muscolo che si
posiziona lateralmente rispetto ai forami sacrali anteriori e dal margine della grande incisura ischiatica; quel cavolo di organo meglio noto come Piriforme ( che suona come un beffardo rumore corporeo).

E speriamo bene, perchè proprio non ne posso più di stare fermo e vedere accrescere il mio spessore umano ( in senso letterale :-D).

Mi sembra invece un dovere e soprattutto un piacere fare gli auguri alla nuova runner, Francesca mia cugina, che è stata contagiata in modo direi irrversibile dal morbo della corsa. E mo so' cavoli tuoi, agonista come sei ti voglio alla partenza della Roma Ostia del prossimo anno.
Ti auguro di correre sulle strade del mondo nei posti più belli e più intensi di emozioni.

Certo è proprio simpatico sentirsi un pò trainer e quasi allenatore di una persona che scopre la corsa e le sue sensazioni, ti fa sentire partecipe di queste primizie emotive.

Spero di poter ricominciare a scrivere con assiduità di corsa allenamenti ed emozioni che da li scaturiscono, e non e solo di muscoli e malanni. Nella corsa praticata trovo l'energia e la voglia di scrivere e condividere su un blog.

Buona corsa a tutti. Franco

lunedì 8 giugno 2009

Acqua spettacolo e risorsa. Dall'Amazonia all'isola di Sado - Takashi Amano



Ieri, visto il digiuno prolungato da qualsiasi attività fisica, ho pensato di allenare la mia mente (Corpore sane in Mens sane)

E sono andato a vedere e gustare una bellissima mostra fotografica, che aveva pure il pregio di essere gratuita, presso l’Archivio Centrale dello Stao – Zona Eur.

E’ stato bello immergersi in quell’acqua trasparente, oppure in quella nera del Rio Negro.

E’ stato come viaggiare con la mente, sperando un giorno di poterli correre ( o almeno camminare).

Lascio spazio alle immagini. Solo alcune.







Amano rifiuta le moderne tecnologie digitali e utilizza esclusivamente apparecchiature a lastre fotografiche, soprattutto macchine e obiettivi per foto di grande formato. Per realizzare i suoi scatti, che comportano giorni di osservazione e preparazione alla ricerca della giusta luce e del particolare da immortalare, utilizza un’antica macchina fotografica Linhof e lastre di grande formato (8x20”), che la FujiFilm realizza appositamente per lui.

lunedì 1 giugno 2009

Festaccia a Testaccio

Con qualche ora (giorno) di ritardo dico la mia. Rispetto ai tempi, che ultimamante intercorre tra i miei post, questo è uno scatto di tutto riguardo, quasi un'accelerazione da ultimo rettilineo del mitico Cova.
E' stata una serata veramente interessante, ludica e e con andamento alla "katzen".
Si sono toccati argomenti diversi, dal calcio (con i miei dovuti e sofferti complimenti agli interisti presenti, meritatamente campioni d'Italia per la terza volta di seguito), alla politica ( vi lascio immaginare gli orientamenti), dalla corsa alla religione.
Ma l'argomento principe era il Califfato del Brasile. Come fosse nato e come si fosse sviluppato e come utilizzando i potenti mezzi tecnologici abbia messo piede in Europa ed in Blogtrotterlandia.

Pizza e birra ( con qualche eccezione vinicola) a volontà. Ripetute ( di birra) ed allunghi (sui fritti).
Lunghissimi (sorsi di grappa), andamenti medi e variazioni.

Ci siamo lasciati ( con le lacrime, dovuti ai fumi alcoolici) con in canna già un prossimo appuntamento.

Alla prossima, dal diario, per ora sporadico ( citazione) di Francorre.

domenica 12 aprile 2009

Buona Pasqua

Buona Pasqua, sia segno di conciliazione tra Cielo e Terra, simbolo di pace tra Uomini e segnale di nuova armonia con la Natura.

Auguri a tutti voi amici.
 Un particolare augurio a tutti quelli in difficoltà, ai dimenticati e agli ultimi della terra.

Un abbraccio alla terra di Abruzzo e agli Uomini che li vivono e ora soffrono, perchè possano sperimentare la condivisione e ritrovare  la speranza e anche la concretezza della ricostruzione.
   

martedì 17 marzo 2009

Il muro secondo Gibi e DoppiaW



Il primo muro di questa avventura nel mondo della "spazialità dinamica" (la corsa :D), è stato, proprio, cominciare a correre, Luglio 2004, abbandonando la stasi fisica. Una catarsi della mia corporeità.

Ed ecco, subito, il muro della presunzione di indistruttibilità che ti dà il primo approccio alla corsa di lunga lena, muro più insidioso del doloroso incontro con la fascite plantare. Sei mesi di pausa, quando i germogli del nuovo fluire avevano fatto ormai breccia. Il timore di non poter riprendere a correre.

Poi, l'incrocio con il muro delle paure che ti si infilano in "capoccia" e sostano tra i gangli cerebrali. La paura che anche quando corri a perdifiato e i chilometri si dipanano leggeri e leggiadri, possa levarsi uno scricchiolio dal tuo corpo, un sordo silenzio di un muscolo che decide di fermarsi, un acuto grido di un tendine che non vuole più andare avanti, magari proprio quella fascia plantare dal nome sinistro (aponeurosi plantare) che vuole ricordarti la tua fragilità.

E Domenica infine e per ora, profilarsi l'ennesimo muro che si protende con tutta la sua minacciosa e magnifica grandezza. Arrivare fino in fondo alla prima maratona e gestire e superare il mitico muro degli "Oltre Trenta".

"...guardarsi indietro, e vedere la strada percorsa e le difficoltà superate, le emozioni vissute e le paure patite, e sapere dentro te, che sei in cammino "lungo e dentro l'itinerario" della tua Strada".

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