Eccomi qui di nuovo.
Ancora non mi riesce di parlare della mia discontinua attività da runner.
Attualmente svolgo corsa saltuaria, dove non riesco a metter insieme 10 chilometri tuttinteri, intermezzata da altra attività sportiva. Pertanto la mia settimana è condita di corsi di Pilates (per miglioreare l'elasticità della mia vecchia carcassa), palestra e nuoto. Ho ingaggiato una dura battaglia con la mia mole, con alterni risultati.
Nella corsa ho però trovato una nuova compagna di viaggio, un essere a quattro zampe che mi segue docilmente (più o meno). Si chiama Duchessa e nella corsa ha movenze veramente regali, ma di questo perleremo in qualche altro post, quando finalmente avrò percorso 10 chuilometri tutti interi e senza interruzione. Verrà giorno.
Oggi invece vi volevo raccontare qualcosa di una della altre attività in cui mi sono coinvolto in questo anno avaro di corsa. Una bella escursione lungo uno dei monti del Parco dei Lucretili, insieme alla sarabanda di Domenica con Domenico, capitanati dal carissimo Dono.
Per prima cosa vi illustro il percorso effettuato, non molto complicato, con qualche tratto di salita impegnativa, ma nel complesso scorrevole.
Mi ha colpito molto l'andamento cromatico del paesaggio, un susseguirsi di colori e tinte. Tutta la gamma dei colori caldi dell'autunno, incastonati nelle splendide variazioni degli azzurri di un cielo terso, punteggiato dalle mille forme delle nuvole.
In alcuni passaggi, accanto ai colori della vegetazione si stagliavano le cime innevate dei monti oltre i 2000.
Infatti una volta arrivati a Pizzo Pellecchia, con una certa fatica, si apriva il palco del gran teatro.
Ecco il Terminillo, poi i Corni del Gran Sasso, un po più a destra il gruppo del Velino e poi la Maiella.
Lungo la salita abbiamo incontrato non solo alberi e fiori.
E' stato il battesimo della montagna per mia moglie. In alcuni momenti penso che mi abbia spedito a "visitare qualche altro posto", visto la fatica sostenuta e la sofferenza patita. Ma se alla fine c'è la ha fatta, allora vuol dire che poteva farlo. A parte gli effetti collaterali che ancora oggi si soffermano su tutti i muscoli delle sue gambe. Comunque un bel complimento ed un "brava", ci vuole proprio. L'essenza della corsa, ed anche del trekking, è riuscire sempre ad andare oltre i propri momentanei limiti, certo senza esagerare e senza arroganza, sicuri che quello che non si riesce a fare oggi con la dovuta costanza diventa possibile domani. Cara mia, altre scalate ti attendono :-)) .
Anche la mia nuova compagna di allenamento è venuta su insieme a noi, ben piantata sui suoi quattro appoggi, è salita su senza difficoltà. Quando in cima l'abbiamo per un pò, lasciata libera ne aveva ancora da vendere, ed ha scorazzato felice alla velocità della luce. E si è divertita un mondo con mia figlia a "ciancicare le foglie" del sottobosco durante la discesa. In alcuni momenti la sua livrea si confondeva con i colori delle foglie, fin quasi a diventare invisibile ai nostri occhi.
Elena questa volta, ha fatto tutta la scampagnata o meglio la "smontagnata", in souplesse e con maggior facilità dell'ultima volta, quando aveva invece arrancato in modo pazzesco. In verità, a settembre l'escursione al Murolungo/Lago della Duchessa, era decisamente più impegnativa.
Una bella gita insieme, con partenza burrascosa , causa una non perfetta logistica familiare, diventata occasione di condivisione di momenti e luoghi, a infoltire la schiera delle emozioni che diventeranno ricordo condiviso e memoria. Un patrimonio comune che fra qualche tempo ci farà guardare a queste immagini suscitando emozioni e sensazioni diverse.
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4 commenti:
complimenti franchì, soprattutto per duchessa! mi raccomando: abituala progressivamente (1, 2, 3, 5, ecc.)...
E se l'abitui bene magari ti trova anche qualche tartufo! ;)
rimango sempre incantata nel leggerti.,,,,,,,,,,,,,,,,,,abbraccione:)))))
gran bella alternativa alla corsa.
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