Prossimo Obiettivo

sabato 20 marzo 2010

Maratona, un anno

Un anno fa, di questi tempi ero in piena trans agonistica. Fremevo al pensiero che di li a poco avrei preso parte alla mia prima e per ora unica maratona. Mi immaginavo, nel senso che avevo le visioni, su come mi sarei comportato lungo il percorso. Mi vedevo passare accanto alla Piramide Cestia, e poi accarezzare il Tevere, correre lungo via della Conciliazione compreso dello splendido sfondo fatto dalla Cupola di Michelangelo. Arrancare per piazza Navona, carponare per piazza del Popolo, passeggiare per Piazza di Spagna, costeggiare la Fontana di Trevi, sfiorare il Campidoglio, circumnavigare il Colosseo ed arrivare la da dove si era partiti, via dei Fori Imperiali.

La corsa poi è stata si, una conferma di queste visioni, ma anche tanto altro, alla fine sono diventate visioni mistiche, per la grande fatica e per il tumultuoso turbinio delle sensazioni ed delle emozioni.

Non nascondo, anche dietro queste belle parole, un pò, un bel pò di "rosicamento", per non poter quest'anno essere ai nastri di partenza. Certo con il cuore e la testa, sono alla partenza insieme a tutti gli amici blogger che la correranno, cui auguro di vivere una splendida emozione lunga 42 chilometri, fatta di sanpietrini e monumenti, di fatica e batticuore.

Ma non abbattiamoci, ci saranno mille e mille corse ancora, da vivere e soffrire, da fare insieme agli amici e contro i propri limiti del momento.
Non mi pongo un obiettivo specifico, perché quest'anno troppe volte sono dovuto ritornare sui miei passi, e ridefinire il target, ma certo la maratona vorrei proprio rifarla ancora. E' un emozione che ti rapisce e ti porta in una dimensione parallela che obnubila la mente (perché non ti pare di ricordare che per farla devi prepararti e per prepararti devi correre per tanti chilometri, che sono chilometri segnati dalla fatica e dalla fatica...), ma nel contempo ti fa conoscere te stesso sulla frontiera dei tuoi limiti.
E come ogni frontiera che si rispetti, si sposta sempre un pò più in là, e ti espone a nuovi arrivi che da oltre frontiera sempre arrivano.
E così conosci nuove persone, emozioni, limiti, un umanità variegata, diversa ed uguale, conosci un po di più te stesso.

Per ora limitiamoci alla nuova ripartenza, e anche agli attuali target e agli attuali limiti.
Sentire la fatica che ti piomba le gambe dopo pochi chilometri, che si contano sulle dita di una sola mano, a suo modo è confrontarsi con se stesso e le aspirazioni, che per forza di cose sono ridefinite.
Però ti fa assaporare la gioia dei primi inizi, della scoprire di poter osare cose che non sapevi di possedere. Le piccole emozioni di poter ogni giorno osare un po di più, qualche minuto in più di corsa, un percorso un po più accidentato, ritornare a scalfire i sentieri di Castelfusano o della Madonnetta, riprogrammare almeno mentalmente una garetta da fare.

E per finire ecco l'elenco dei miei allenamenti marzolini.

Lentamente e con tanta circospezione sto cominciando a macinare i chilometri. Ma che fatica!!!!

Ma quanto sudore bello e benedetto. I morsi della fatica, per quei chilometri che esattamente un anno fa macinavo come quasi riscaldamento, prima che il mio motore andasse a regime.

Ma questa è la corsa. Un collinare di situazioni, un fartlek di emozioni, un lunghissimo camminare con se stessi e con altri che condividono qualche tratto di sentiero.

mercoledì 3 marzo 2010

Eccomi di nuovo

E' passato un mese e mezzo dall'ultima volta che ho scritto qualcosa su questo blog.

Non lo avevo abbandonato, ma mi pare sempre più chiaro che l'inchiostro dove intingere la mia penna virtuale, è fatto della stessa materia dei chilometri percorsi lungo la strada, dello stesso colore cangiante del clima di qualunque tipo, sia esso cielo di azzurro intenso o plumbee nuvole nere, di quando esco in pantaloncini e maglietta, dello stesso odore degli alberi che sfioro nelle mie corse lungo i sentieri interni della pineta di Castelfusano o della Madonnetta, dello stesso sapore acre del sudore che percorre rivoli che rasentano la mia bocca, aperta a cercare l'aria mancante.

Quando non corro, mi diventa difficile esprimere le emozioni, o raccontare lo stato del riposo forzato. Sembra di raccontare le stesse cose, e mi diventa automatico allontanarmi un pò.

Mi affaccio di tanto in tanto a commentare gli amici, che rimangono sempre amici.

Ma adesso abbiamo ricominciato a correre, a fare qualche passo decisamente poco felpato, ma finalmente si avanza di qualche metro.

In questo ultimo fine settimana la mia casa è stata benevolmente e piacevolmente invasa da amici e parenti lametini, che hanno poi corso la Regina delle Mezze. E' stato bello condividere le loro attese dissimulate, le loro ansie nascoste, i loro obbiettivi non dichiarati.

Io rimango contento ed orgoglioso dei loro risultati.

Bello anche i chilometri percorsi, insieme alla truppa, in giro per Roma, invasa da scozzesi, dispiaciuti per la partita persa, ma estasiati dalle bellezze della Città Eterna. Per quest'anno abbiamo evitato il "cucchiao di legno", di chi perde tutte le partite del SEI NAZIONI.

E' stato molto simpatico ( e dicopoco!!!) anche l'incontro con la cugina più pazza che ci sia. Provare non dico a frenare, ma almeno ad incanalare, il suo entusiasmo corsaro è un impresa improba. Però ce ne fossero di più, di persone cosi appassionate.

E poi il giorno dopo sulla strada che portava al mare c'era anche lei, sì senza pettorale appuntato davanti, ma davvero con un grande cuore che pulsava nel suo petto.
Quello è il pettorale numero 1.

Bello anche ascoltare Gianni Morandi all'Expò. Veramente una persona ed un artista di grande professionalità ed soprattutto di grande umanità.


Adesso chiudo lasciandovi la traccia della mia ripresa.





Lascio con un regalo per Franco, il primo dei lametini, che hanno riempito di calore, corsa ed affetto la nostra casa (parlo anche a nome di moglie e figlia).












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