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L'arrivo in Piazza dei Miracoli è veramente bello ed emozionante, uno di quei luoghi magici di Italia, come Piazza San Pietro, Piazza S.Marco a Venezia, Piazza Navona a Roma, e qualche altro migliaio di posti in Italia, che creano uno stato emozionale che ti porta fuori dal tempo, ti fa respirare la Storia, ti toglie il fiato facendoti toccare la Bellezza.
La maratona è stata la degna conclusione di un percorso iniziato quasi un anno fa, quando ho ripreso a correre con una certa intensità ed una adeguata continuità, dopo un lungo periodo di oblio. E' stato riannodare un filo che si era interrotto nei mesi successivi alla mia prima maratona (Roma 2009), per diversi malanni fisici, roba di poco conto, che però avevano smontato la mia voglia di soffrire ed allenarmi. Sono stato infatti lontano dalle gare per quasi 2 anni. Nei primi mesi di quest'anno ho cominciato a fare i chilometri senza remore, e anche le prima gare.
Mi attraevano i lunghi chilometri ed infatti la gara di ripartenza è stata la Roma-Ostia., seguita dalla mezza di Borgo Hermada. Alle fine dell'anno di Mezze ne conterò sei. (le altre sono state Lago di Vico, Castelli romani, Latina e Fiumicino)
Solo alla fine di Agosto è fiorita nella mia anima runner l'idea di puntare ad una Maratona entro la fine dell'anno.
Un primo pensiero per Venezia, troppo vicina e quindi la decisione per Firenze, poi trasformatasi, per Divina Volontà ed insormontabili impegni in quella di Pisa.
Mai cambiamento fu più positivo. Ho scoperto una città ed un luogo bellissimo.
La mia famiglia che mi ha accompagnato, con gioia ed entusiasmo è rimasta folgorata dalla piazza e dalla Torre. Mia figlia ha scattato diverse centinaia di foto della Torre che Barcolla, e si tiene in piedi solo grazie alla sostegno che giornalmente le danno tutti quelli che con la scusa di uno scatto ricordo la sorreggono con le proprie mani, talora con le gambe, qualche volta con altre parti del corpo.
(traccia GPS/GPX Maratona di Pisa 2012)
La cronaca della corsa. Comincia sabato, perchè si parte da un dolore che mi affligge il tallone sinistro che, mano a mano, che passano le ore diventa insistente e persistente. Provo qualche allungo e il dolore diventa acuto. Paura. Ma che cavolo succede! Ma mercoledì all'ultima sgambata di oltre dieci Km stavo bene ed in perfetta salute! Niente da fare. Mentalmente rinvio il giudizio definitivo, che sa tanto di fregatura. Arriviamo al Expo per ritirare il pettorale, sordo dolore al tallone. Provo la maglia del pacco gara, quella L non và (un colpo alla mia autostima dimagritoria), prendo la XL. Vedo la farmacia comunale ed entro chiedendo qualcosa per una possibile tallonite incipiente oppure un dolore dal sapore sciatalgico. La gentilissima dottoressa al bancone mi consiglia un'antinfiammatorio ad effetto rapido. Lo compro speranzoso ma molto abbacchiato.
Poi arrivo all'albergo, presa di possesso della camera, scarico bagagli, e quindi cena presso il ristorante la Mangiatoia, dove incontriamo una agguerrita pattuglia di fulmini della Atletica Rovellasca.
Naturalmente si parla di corsa, corsa in salita ( non è prevista la discesa) ed altro, in tempi ragguardevoli.
Un' afflato di amicizia podistica avvolge la nostra chiacchierata. Un bel momento che questi eventi ti regalano. Li reincontro il giorno dopo, in gara, loro al Km. 23, io ancora lontano dal giro della mezza, lungo il biscotto di Tirrenia. Un cinque fragoroso, con il padre allenatore ed orgoglioso dei suoi gioielli. Scoprirò dalla classifica l'arrivo in tempi fantastici dei due fratelli, e del sacrifico del padre (una prima parte di gara al ritmo di 4:28 a sostenere lo sforzo della figlia che chiuderà poco sopra i 3h e 11', ed una seconda, dal 25km , in apnea, solo per arrivare, alla media di 6:14). Contento di averli conosciuti.
Prima del ritorno all'albergo, si passa da piazza di Miracoli. Inizia l'innamoramento di mia figlia per questo splendido luogo. Il Battistero, il Duomo ma soprattutto la Torre, piegata dagli anni nel suo splendido bianco marmoreo.
La sera prendo una doppia bustina e mi addormento molto preoccupato e decisamente scoraggiato.
Sveglia alle 6, altra bustina e poi colazione, baypassando un blackout elettrico dell'albergo di cattivo presagio. Il garmin non si accende, esausto prima di partire, ripiego sul fido Casio, senza collegamenti satellitari (leggasi GPS).
Partenza per Piazza dei Miracoli, ed in quello spero, parcheggiamo su via Contessa Matilde, a ridosso delle Mura della Cittadella. Andiamo verso la piazza, poi avendo dimenticato un qualcosa nell'auto, decido di tornare indietro. Ecco il momento della verità. Provo un abbozzo di corsa, il tallone sembra non rimandare allarmi. Raggiungo l'auto, e torno indietro verso la piazza, sempre di corsa. Il miracolo c'è stato. Non sento dolore, l'antinfiammatorio sembra sortire effetto, ma terrà per tutta la gara?
Ma intanto posso partire, posso mettermi sulla START LINE.
Entro in Basilica, uno sguardo estasiato, un saluto, una preghiera per Mimmo, che avevo salutato nella mattinata di sabato, accompagnato dai suoi cari, alla messa funebre. Come sempre ricordo i tanti che non ci sono più e affido le situazioni complicate. Chilometri da dedicare a gogò. Il settimo è per te, Mimmo. Gli altri, sono silenziose dediche.
Adesso sono, in via Bonanno Pisano, dietro lo striscione della partenza, nella calca dei 3.000.
Adocchio i palloncini rosa delle 4h.
Si sento lo sparo della partenza, colgo al volo i baci della consorte e della figliola.
Giriamo per la mura della cittadella, galoppiamo lungo i lungoArni, attraversiamo il fiume in groppa ad un ponte, sotto l'acqua scorre tumultuosa. Siamo ancora con quelli della mezza. Andiamo verso la periferia della cittadina, ci destreggiamo fra le villette, avvistiamo una splendida chiesa, riproduzione architettonica del Duomo, ormai fuori città, ci inoltriamo in piena campagna.
Al tredicesimo circa perdiamo la compagnia dei mezzani.
La campagna si fa verde, un leggero vento ci soffia contro, siamo al quindicesimo, annunciato da uno dei tanti ristori disseminati lungo i chilometri di questa gara splendidamente organizzata. Il vento smette di sbatterci contro, eccoci al ripare della pineta. Ora si intravede il mare.
Al tredicesimo circa perdiamo la compagnia dei mezzani.
La campagna si fa verde, un leggero vento ci soffia contro, siamo al quindicesimo, annunciato da uno dei tanti ristori disseminati lungo i chilometri di questa gara splendidamente organizzata. Il vento smette di sbatterci contro, eccoci al ripare della pineta. Ora si intravede il mare.
Siamo al biscotto, gli altri, sulla carreggiata che ci viene incontro al venticinquesimo, noi che andiamo, ancora al diciottesimo. Vedo al volo il primo dei fratelli, quindi , un pò per distrarre la mente, un pò per sparare un incitamento, mi metto in osservazione dell'altra corsia. Al 23° , un urlo di incitamento e il cinque di cui sopra con papà sacrificio.
Arrivo al giro della mezza, sto correndo tranquillo al ritmo di circa 5:30, facendo l'elastico con un mio compagno di squadra, dei Bancari Romani, alla sua ottava maratona stagionale, incontrato all'altezza del primo lungoArno. Chiuderà la sua fatica in circa 3:55. Sono ancora in spinta fino al Km. 25.
Quindi inizia una leggera ma per me inesorabile salitella con vista sinistrorsa sul mare. Mi saluta una simpatica runner che mi chiede di qualche mio compagno di squadra che conosce, e poi se ne va. Cerco di starle dietro, ma si è accesa la spia della riserva. Mi adagio su un ritmo più adeguato. Le gambe sembrano riempirsi di segatura. Siamo in vista del trentesimo. Ristoro, qualche spicchio di arancia, acqua e thè caldo. Ristori sempre pieni anche per i tapascioni come me (ancora bravi e un grazie ai volontari!!!).
Cammino per un centinaio di metri e riprendo a correre, questo chilometro lo chiudo in oltre 7'.
Cammino per un centinaio di metri e riprendo a correre, questo chilometro lo chiudo in oltre 7'.
Le energie ormai sono al lumicino, il glicogeno questo sconosciuto, la segatura ha raggiunto il bacino, ora sono Gambadilegno.
Scoprirò dal tabellino, di avere avuto un passaggio troppo veloce dopo la mezza, che ha fiaccato le mie energie. Errore di valutazione.
In qualche modo arrivo al trentacinquesimo. Qui il gioco si fa duro, i palloncini delle 4h sono ancora indietro. Qualche altro centinaio di metri camminando.
Trantaseiesimo in 7:14. Trentasettesimo in 6:07.
Trantaseiesimo in 7:14. Trentasettesimo in 6:07.
Trentottesimo un sussulto, di recondita energia in 5:52.
Al trentanovesimo non so in quanto perchè mi dimentico di premere il lap, mi raggiungono i palloncini rosa. Disappunto, delusione, un pò mi scoraggio, ma non tanto. Riformulo mentalmente un nuovo obiettivo. Rimango a vista del terzo pacer della 4h in evidente affanno.
Al trentanovesimo non so in quanto perchè mi dimentico di premere il lap, mi raggiungono i palloncini rosa. Disappunto, delusione, un pò mi scoraggio, ma non tanto. Riformulo mentalmente un nuovo obiettivo. Rimango a vista del terzo pacer della 4h in evidente affanno.
Passa Batman che mi da una calorosa pacca sulla spalla. Breve scambio di battute, non riportabili, e ancora avanti; raggiungo un runner, probabilmente polacco che ha un incidere periglioso, barcollante e preoccupante, ma nonostante tutto va avanti.
Siamo ora al quarantesimo, gli ultimi due km in 13 minuti.
Sono in evidente affanno ma non rassegnato a stare sotto le 4h.
Guardo il cronometro, faccio un po di conti e stimo che se sto sotto i 6' al minuto, ancora ce la posso fare. Intravedo nuovamente i palloncini rosa. Non hanno più runners da custodire ed accompagnare (evidentemente era stato dato il via libera a spararsi le ultime risorse). Lungoarno del 41°, (questo chilometro l'ho fatto in 6:06), ormai sono in vista della Torre. Diverse curve nelle stradine della cittadella. Raggiungo e supero i palloncinci rosa (riedizione del finale di Roma 2009), entro nella piazza, cerco con lo sguardo del cuore i miei Affetti. Grido urla di autoincoraggiamenteo, dai dai, e vedo l'arrivo ed il cronometro con i numeri gialli, il primo quadrante che non ha ancora iniziato a battere il 4.
Guardo il cronometro, faccio un po di conti e stimo che se sto sotto i 6' al minuto, ancora ce la posso fare. Intravedo nuovamente i palloncini rosa. Non hanno più runners da custodire ed accompagnare (evidentemente era stato dato il via libera a spararsi le ultime risorse). Lungoarno del 41°, (questo chilometro l'ho fatto in 6:06), ormai sono in vista della Torre. Diverse curve nelle stradine della cittadella. Raggiungo e supero i palloncinci rosa (riedizione del finale di Roma 2009), entro nella piazza, cerco con lo sguardo del cuore i miei Affetti. Grido urla di autoincoraggiamenteo, dai dai, e vedo l'arrivo ed il cronometro con i numeri gialli, il primo quadrante che non ha ancora iniziato a battere il 4.
Arrivo, arrivo e non ci speravo. Benedette bustine. Mi danno la medaglia, bella.
Mi avvolgono nella carta stagnola e mi disseto. Dopo un pò mi raggiungono i miei Affetti, orgogliosi di me. Foto a gogò con la Torre di sfondo. ( Poi le metterò).
Mi avvolgono nella carta stagnola e mi disseto. Dopo un pò mi raggiungono i miei Affetti, orgogliosi di me. Foto a gogò con la Torre di sfondo. ( Poi le metterò).
Ecco il tabellino riepilogativo della mia gara.
Bella , bella maratona. Valeva la pena di farla. Adesso prepariamoci alla fine del Mondo.