Prima un passo indietro, al giorno di S. Stefano, quindi ad avanzato stato di ingozzamento, dopo circa 10 giorni di fermo, sotto la pressante pressione di Francescarun, riprendo a correre. Allenamento vicino al mare, zona Ginepri, pianura piattissima, Calabria tirrenica. Insieme al cugino forte (prossimo blogrunner) e a Francesca partiamo per un breve giro, che prevede una puntata attorno all'aeroport
o di Lamezia. Incoraggiamen
to, qualche indicazione alla nostra "innamorata matta" in e di corsa e via per il primo chilometro. Primo tentativi di applicazione del metodo Gallway, lato camminata di Francesca, ma ecco che il cugino forte, implacabile, detta i passi ed il ritmo. Francesca farà diversi minuti di seguito a correre, fino anche a 15. Adesso potrà pensare alla Corsa di Miguel. Io mestamente, mi devo fermare a camminare per il
riacutizzarsi del problema al ginocchio. Appena forzo un pò, sento del dolore insistente al lato esterno del ginocchio che poi si irradia sia verso l'alto che verso il basso. Insomma, nà fetecchia.
Ora la Roma-Ostia mi sembra lontana e più lunga di 21 chilometri.
E con questa anche la partecipazione alla "Garaccia di S. Stefano" non competitiva del giorno dopo e di cui oggi vi voglio parlare.
Nata qualche anno fa come compendio d'allenamento per smaltire gli eccessi natalizi, e per fare spazio a quelli di Capodanno, una gara/allenamento tutta interna ai runners della Libertas Lamezia, cui si aggregano di volta in volta i pazzi scatenati esterni che vogliono soffrire e patire.
Percorso tutto in salita con pendenze da skyrunning.
Partenza, in prossimità della Pineta di Nicastro, scenario d'allenamento quando ci si vuole ammazzare a botte di collinari e montanari.
Poi si procede per Feroleto Antico che si attraversa quando ancora gli abitanti indugiano sul caffè di prima colazione. Una breve discesa alla fine del paesotto, giusto per rifiatare e poi inizia un'unica grande e lunga salita, con tutto un
menù di variazioni di pendenza, attraversando dapprima splendidi uliveti, attorniati dalle reti arancioni che attendono le olive, che poi diventano castagneti e quindi boschi di aceri.
Si arriva così in prossimità di Accaria, e sono già passati 7 chilometri. Qualcuno si è fermato , qualcuno è tornato indietro piegato dalla fatica. Gli altri se le danno di santa ragione fino all'arrivo, perchè il cuore della competizione è proprio la sfida intestina tra i diversi atleti, tutti assatanati e con tempi eccellenti e score intriganti. Nessuno è disposto a ceder un secondo od un metro al suo compagno d'allenamento con i tempi più compatibili ai suoi. Questo avviene sia per i più bravi che che tra quelli che hanno tempi inferiori. Si dice da queste parti: è la "Lisinga" che è in gioco.
Insomma viene fuori una bella festa, che con gli anni ha ottenenuto anche qualche aiuto pubblico (leggasi Proloco di Accaria).
Bella sferragliata di chilometri chiusi naturalmente in un the caldo, addentando panettoni e pandori. Occasione ultima dell'anno per scambiarsi GLI AUGURI DI UN NUOVO ANNO PIENO DI CHILOMETRI ED AMICI.
Per la cronaca il primo degli assatanati scalatori ad arrivare è stato Gianluca Bonaddio.
Lancio un 'idea, per gli amici della Libertas Lamezia: Ma perchè non rifare una corsa simile anche in estate?